Dicono che si possa imparare tanto dalle persone, così come si può imparare tanto dai libri.
La mia storia con Molto forte, incredibilmente vicino parte proprio con l’apprendimento da una persona, si sviluppa tramite la scoperta di un romanzo, e si conclude con la conoscenza della persona attraverso il romanzo stesso.
Perché sì, il libro di Foer si presta particolarmente a rappresentare quella nicchia di anime astratte. Quell’insieme di umanità che crede in qualcosa di superiore, che non sia un dio con la D maiuscola.
Quella frazione di popolo che incendia, che un po’ alberga nei propri sogni, che soffre ma produce arte.
Che è, in primis, arte.
Ho conosciuto una persona che, professando di essere ella stessa quel libro, mi ha quasi scongiurato di farlo mio. Perché, così facendo, avrei assorbito anche una parte importante di lei.
E non solo così è stato, ma questa storia è diventata anche me. E chissà che non possa diventare anche te.
Sono combattuto su ciò che sto scrivendo, perché parte del mio cuore vorrebbe gelosamente preservare questa perla. Tuttavia, sento anche un’impetuosa necessità, quella di condividere quella che è stata una lettura illuminante. Catartica.
Foer è riuscito a creare una struttura atipica e originale, che talvolta si eleva, rompendo la quarta parete. Molto più di una semplice storia, pare di leggere il succo della vita, spremuto fino all’osso.
Uno di quei libri che divori, ma che arrivato a un passo dalla fine abbandoni. Non volevo proprio finirlo,desideravo rimanesse con me ancora un po’, ancora un po’, ancora un altro po’. Come rimandare una sveglia che ti ricorda che devi affrontare la realtà, quella da cui sei scappato attraverso le pagine dei tuoi sogni.
Eppure ho dovuto completarlo, dopo settimane passate a fissare le ultime parole ferme sui fogli di carta, statiche.
Uno di quei libri che ho deciso di sottolineare, per poi accorgermi che avrei voluto sottolinearne ogni frase. Tanto che poi, alla fine, la matita ne è uscita consumata. Persino rovinata dai morsi di sofferenza.
Tanto che poi, alla fine, alcune pagine ne sono uscite graffiate. Aggredite dalla violenza con la quale ho evidenziato svariate frasi.
Alcune di loro, impresse nel tempo, sono fissate in un documento word chiamato “Là dove sono scese le lacrime”. 11 frasi che hanno smosso qualcosa nelle viscere della mia mente, di cui lascio una pillola:
E allora anziché lì sono qui. Seduto in questa biblioteca a migliaia di chilometri dalla mia vita, a scrivere un’altra lettera che, lo so, non sarò capace di spedire, per quanto ci possa provare, e quanto io lo voglia. Come ha potuto il ragazzo che faceva l’amore dietro a quel capanno diventare l’uomo che scrive questa lettera, a questo tavolo?
Da leggere, ma solo se si è pronti a cambiare di una virgola la propria percezione della realtà.
Una virgola molto sostanziosa, quasi un punto.
Articolo di Lorenzo Foschi
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