Recensione di "Rubare la notte" (Mondadori, 2023) di Romana Petri in finale in cinquina al "Premio Strega 2023"

Rubare la notte (Mondadori, 2023) di Romana Petri – Recensione (Premio Strega 2023)

Recensione di “Rubare la notte” (Mondadori, 2023) di Romana Petri, romanzo in cinquina del Premio Strega 2023

Titolo: Rubare la notte

Autrice: Romana Petri

Tre aggettivi per descriverlo: Volante, Poetico, Rapido

Fuochi assegnati: 🔥🔥🔥(3 su 5)

Recensione incendiata:

Il canto veloce di un aviatore errante

Recensione di "Rubare la notte" (Mondadori, 2023) di Romana Petri in finale in cinquina al "Premio Strega 2023"
Recensione di “Rubare la notte” (Mondadori, 2023) di Romana Petri in finale in cinquina al “Premio Strega 2023”

Non vorrei sembrare scontato, ma “Rubare la notte” è un romanzo che fa “prendere il volo”: ci troviamo nel 1900 e a Lione nasce un bambino, Tonio, con la “testa tra le nuvole” (e mi scuso nuovamente per il gioco di parole). E le nuvole saranno fin da piccolo il sogno di Tonio, lo seguiamo dolcemente vedendolo spiccare, planando tra i suoi innocenti sentimenti, tra i suoi sogni meravigliosi, tra i cieli infiniti, le sue missioni e le sue intime prose poetiche. Tonio è un nuovo Leopardi, metà aviatore e metà scrittore, che affascina il lettore con il suo entusiasmo, la sua leggerezza, il suo buon cuore e gli obiettivi raggiunti. Tonio, in realtà, non è nient’altro che Antoine de Saint-Exupéry, l’autore di Il piccolo principe: l’autrice racconta, pertanto, la storia dello scrittore, dell’aviatore che ha fatto volare i bambini e tornare piccoli gli adulti.

Le pagine, come Tonio, volano velocemente, e retroattivamente mi sono reso conto che la rapidità, soprattutto nell’infanzia del personaggio, è anche il motivo per cui non ho goduto pienamente di questo romanzo. Tonio “cresce” troppo velocemente, nella corsa alla narrazione, più che volare, si salta su alcuni passaggi emotivi, su cui sarebbe stato meglio, invece, soffermarsi, per rendere il personaggio di Tonio più reale e credibile.

L’attenzione narrativa si riacquista, sicuramente, nelle lettere del personaggio, in cui, grazie all’utilizzo della prima persona, si riesce a vedere la sua poeticità e dinamicità emotiva: e tra le lettere migliori segnalo “Il pozzo dell’anima mia”, una lettera scritta per la mamma (con cui Tonio condivide un rapporto quasi viscerale), pagine raffinate sul concetto dell’amore, esempio in letteratura di equilibrio e di armonia, tanto a livello contenutistico quanto narrativo.

E, consigliandovi di leggere necessariamente questa lettera, mi chiedo: il canto di un aviatore errante (ma che vola troppo velocemente) di Rubare la notte basterà per vincere il Premio Strega 2023?

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