Cosa vuol dire essere una libreria indipendente? Dialogo con Incipit.

Per il nostro ciclo di interviste a librerie indipendenti, mi sono recato presso una delle mie librerie di fiducia, Incipit (Via Giuseppe Marcotti 51-53). La signora Enza e il signor Roberto da qualche anno gestiscono questa attività in una traversa di Via Tiburtina, con la passione che ottiene il pieno riscontro positivo da parte della clientela. «Davvero una bella parentesi nel quartiere visto che di librerie non ce ne sono», scrive una cliente sulla pagina internet della libreria. Una frase che riassume perfettamente l’essenza di Incipit, un negozio raccolto ma ricco, completo e gestito da persone appassionate, cordiali e desiderose di conoscere i propri clienti, aperte al dialogo e disponibili. Si sono confrontati con me e mi hanno presentato la loro origine e il loro modo di destreggiarsi in un settore complesso e concorrenziale attraverso l’interesse alla persona che viene da loro ad acquistare. Inizialmente ho parlato con la signora Enza, poi, alla fine, anche il signor Roberto si è unito a noi. Prima di leggere il nostro confronto, voglio dare un piccolo spazio ad un’iniziativa che la libreria sostiene: la possibilità di acquistare un libro, nuovo o usato, e di lasciarlo a disposizione di un over 65, per regalare a chi per vari motivi non ha la possibilità di leggere. Un gesto semplice e un meraviglioso, uno scambio che in tempi difficili può regalare un senso di comunità.

Voglio cominciare dal principio: come e quando nasce Incipit. Il nome che si dà alla propria attività e con cui ci si presenta non è mai casuale e questo ha un forte richiamo letterario: l’inizio. Può spiegarci cosa c’è dietro a questo nome e a questa attività? Dove nasce Incipit dentro di voi?

Abbiamo lavorato venticinque anni in questa libreria [Arion Tiburtina] insieme a Roberto e abbiamo aperto Incipit quando è fallita. Per noi è come un inizio, l’inizio di un libro, una nuova vita dopo tanti anni di lavoro in libreria come dipendenti o commessi. Volevamo fare qualcosa di nostro, quindi Incipit era adatto. Tra i tanti nomi abbiamo scelto questo perché ci piaceva e ci rappresentava in quel momento. L’incipit di una nuova vita.

Quello del libraio è sempre stato per me un mestiere ricco di fascino e invidio chi ha la possibilità, come voi, di vivere immerso nei libri. Discutendone con un amico, è sorta una curiosità comune: quanto un libraio legge davvero e quanto questo influisce sulla scelta dei volumi da presentare sugli scaffali? E ancora, al di là dei classici e di quei testi, per così dire, obbligatori, come si sceglie cosa mettere e cosa non mettere in vendita?

Diciamo che il catalogo della libreria è fondamentale. Il catalogo ci deve essere: classici, tascabili, autori contemporanei e del passato ecc. Il nostro bagaglio personale influisce più che altro per consigliare i clienti, ma deve esserci di tutto e di più. La libreria più è fornita e meglio è, anche di piccole case editrici, specialmente le case editrici indipendenti che magari nelle grandi distribuzioni non trovi facilmente. Si deve dare anche a loro un modo per farsi conoscere. Noi abbiamo iniziato molto con queste piccole case editrici oltre al grande catalogo che, torno a ripetere, è fondamentale. Per fare qualche nome: L’Orma, Alter Ego. Piccole, ma che ci hanno sostenuto. Noi abbiamo messo i loro libri in esposizione anche per farli conoscere. All’inizio abbiamo fatto anche molte presentazioni, magari di autori che erano agli inizi, un modo per far conoscere sia l’autore che la casa editrice.

Sono entrato qualche mese fa per fare acquisti e nell’attesa di pagare sono uscito dalla fila e sono rimasto catturato per mezz’ora dalla vostra sezione di libri usati. C’è chi li ama e chi invece preferisce il libro nuovo. Io stesso sono un amante dell’usato e ho diversi volumi in casa, ma spesso mi rifugio nel libro di prima mano anche per questioni di praticità legate agli studi. Quanto spazio destinate alla ricerca e alla promozione dell’usato? Quale fascino esercita nei vostri confronti?

Abbiamo chiamato quella sezione Il libro ritrovato. Ritrovare un libro è bellissimo, anche perché poi quando li ritroviamo oppure ce li consegnano dal magazzino che ce li fornisce, ci piace proprio sfogliare questi libri, anche vecchissimi, e magari all’interno trovare gli appunti, cose del passato. Il lettore, il vero lettore, li cerca questi libri, ha proprio il piacere di spulciare nella libreria. Noi cerchiamo di dargli abbastanza spazio, anche in base ai tempi. Per esempio nel periodo di Natale si dà più spazio ad altro, però è un settore a cui noi teniamo e devo dire che molti clienti ce li regalano proprio i libri, anziché buttarli. Ce li abbiamo lì e a volte li regaliamo a qualche cliente a nostra volta. Il bello è proprio spulciare, perché non c’è un ordine alfabetico, anche se così è un po’ difficile gestirlo. Quando trovi le edizioni particolari, magari una prima edizione, una chicca del passato, è ancora più bello. Questo è un usato diverso, sono dei bibliofili che vanno a prendere tutti i libri nelle biblioteche di privati, a differenza di molti altri posti in cui si prendono i fuori catalogo dalle grandi librerie. Magari qualcuno a casa ha una grande biblioteca che purtroppo non riesce più a gestire, o magari si tratta di eredi che non sanno che farsene e allora in massa ti portano tutti questi libri e proprio lì magari ne trovi alcuni vecchissimi. Torno a ripetere, a noi quando arrivano i libri piace vederli e sfogliarli, cercare magari gli appunti scritti anche in maniera incomprensibile, i foglietti.

Passando all’attualità, la pandemia ha sorpreso tutti, mettendoci faccia a faccia con le situazioni che nei capitoli dei libri di storia saltavamo perché le guerre ci catturavano di più. Competere con i colossi della vendita online era un fattore con cui già vi confrontavate in precedenza, ma adesso molte persone hanno conosciuto la comodità della consegna a casa del corriere. Come avete agito nei mesi in cui la vostra (nostra in parte) attività non ha potuto funzionare a pieno regime? E come avete reagito all’accelerazione di questo processo, che comunque sarebbe stata inevitabile, a favore dei suddetti colossi?

A marzo noi siamo stati chiusi solo dieci giorni, dopodiché ci siamo rimboccati subito le maniche e abbiamo detto “facciamo qualcosa”. Abbiamo lavorato dentro la libreria e abbiamo comunicato ai nostri clienti che facevamo spedizioni direttamente noi nel quartiere, oppure con un corriere. In questo caso un gruppo di editori ha sostenuto le librerie indipendenti, aiutandoci a fare consegne in tutta Italia, le facciamo ancora adesso, con un minimo di spesa. Noi non ci siamo mai fermati. Abbiamo cercato di fare come Amazon, anzi, in certi casi anche meglio. Noi siamo stati chiusi effettivamente per la vendita al pubblico, ma lavoravamo all’interno, tramite pagamenti online, bonifici e quindi poi consegnavamo direttamente ai clienti. Siamo quaranta librerie indipendenti e abbiamo anche un’applicazione, LdR (Librerie di Roma), ed è comodo perché se io non ho un libro controllo se c’è in un’altra libreria; se io riesco ad andare, bene, sennò indirizzo i clienti direttamente verso quella libreria. Siamo piccole isole, abbiamo più identità e il rapporto è diverso in questo senso. Dispiace che la pandemia abbia bloccato alcune nostre attività, come il gruppo di lettura che si confrontava su un libro scelto di comune accordo ogni tre settimane, o le letture per bambini che facevamo settimanalmente. Di certo non appena la pandemia sarà finita, ci organizzeremo per ricominciare.

Adesso voglio trattare un argomento a me vicino quando si tratta di attività indipendenti, avendone una in famiglia. Riallacciandomi a quanto dicevamo sopra riguardo il maggior rapporto col cliente, i negozi di questo tipo vivono di questo, del dialogo e della chiacchierata, del consiglio e del confronto magari. Personalmente sono un cliente abbastanza assiduo e ho avuto occasione di passare qualche minuto a parlare con voi e a farmi consigliare, sempre con grande soddisfazione. Quanto è centrale questo rapporto per lo sviluppo e il mantenimento di una clientela fedele, non solo in quanto clientela, ma in quanto persone?

Infatti è proprio così. Noi abbiamo molti nostri clienti che sono anche amici ormai ed è bello che si sia instaurato questo rapporto con persone che ormai conosciamo da qualche anno, sappiamo i gusti, quando esce un libro sappiamo già a chi può interessare e quando viene magari glielo proponiamo. Il rapporto che noi abbiamo è proprio questo, quello che non c’è con la vendita online che butta via tutto questo rapporto personale, l’incontro, lo scambio di idee. Noi questo lo vogliamo mantenere e lo facciamo sempre con i nostri clienti, è una cosa bellissima. I clienti ci dicono proprio “io aspetto te perché ho bisogno del tuo consiglio”. Col consiglio e col dialogo si crea un rapporto e un confronto meraviglioso. Il lato più bello è il passaparola che si viene a creare tra cliente e libraio, perché la pubblicità serve, il libro stesso la crea.

Concludo con una domanda che facciamo a tutte le librerie alla fine del nostro dialogo: siamo all’incipit del 2021 e tutti alla mezzanotte del primo gennaio ci siamo augurati un buon anno, forse per la prima volta con un significato reale. Naturalmente vogliamo iniziarlo al meglio con una gran bella lettura. Che titoli ci consigliate per ripartire alla grande? Per adulti, per bambini, per tutti insomma.

Guarda, è uscito da poco un libro di Isabel Allende, Le donne dell’anima mia. Si tratta di un saggio più che altro, sulle donne che ha rappresentato nei suoi racconti. Quest’anno è l’anno di Dante e ne sono usciti tanti, ma per esempio c’è Barbero con Dante, Cazzullo con A riveder le stelle. Questi sono saggi che noi vendiamo benissimo. Per i bambini abbiamo un reparto bellissimo, ci fanno tanti complimenti per quanti libri abbiamo per loro. Cerchiamo di avere non solo libri pubblicizzati, ma un catalogo un po’ più particolare. Un libro che posso consigliare per bambini, anche se non è una novità, A caccia dell’orso, un racconto molto bello per loro. Un altro ancora che consiglio ai nostri clienti, sulle emozioni, Zeb e la scorta di baci, sugli affetti, sull’abbandono, sul distacco. I bambini hanno una scelta che ai tempi nostri ce la sognavamo. Per quanto riguarda la narrativa per ragazzi, è uscito ultimamente l’ultimo de Le bambine ribelli, un libro che racconta le donne migranti che hanno cambiato il mondo. Sempre per ragazzi La divina commedia riveduta e scorretta.

Per concludere, ringrazio nuovamente la signora Enza e il signor Roberto per questo dialogo, uno scambio che mi ha dato la possibilità di conoscere il lato umano della mia libreria di fiducia, forse il lato più bello. Dare spazio alle librerie di questo genere non è una ribellione ai colossi, ma una via per fare sì che non si vada al negozio, ma si vada da chi c’è dentro per trovare quei rapporti umani che servono a mantenere vivo un bellissimo modo di svolgere un mestiere essenziale: quello del libraio.

https://lincendiario.com/tag/cosa-vuol-dire-essere-una-libreria-indipendente-oggi/ di Leonardo Borvi.

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