How do you live?

“Il ragazzo e l’airone” è il titolo del nuovo film di Hayao Miyazaki, ma per questo piccolo testo ne prenderò in considerazione il titolo originale: How do you live?
Una scelta non casuale, la mia, perché a lungo mi sono interrogato su cosa avrei potuto dire di quest’opera, e sono giunto alla conclusione che la si può raccontare solo senza raccontarla.
Sono abituato a scrivere Tutto, a riportare sul foglio ciò che provo, a condividere. Questa volta, però, ritengo che sia superfluo parlare di ciò che dovrebbe comunicare direttamente al singolo.
How do you live? è questo: una risposta alla domanda del titolo, fornita direttamente allo spettatore.
Non si può mediare, non si può spiegare con efficacia. Non posso pretendere che significherà per te ciò che ha significato per me, perché le architetture di quel mondo si reggono sul vissuto e sulla sensibilità del singolo.
Pensato per essere approcciato conoscendone solo il titolo, vergini di trame e anticipazioni tipiche della frenesia occidentale, ci si approccia alla sala con in mano solamente una domanda. Il film, incredibilmente, riesce nell’arduo compito di restituircene la risposta.
Una risposta che potresti non condividere, o comprendere, o riuscire a fare tua. Una risposta leggera, ma non per questo effimera. Delicata, ma non per questo potente. Capace di lasciarmi intorpidito sulla poltroncina; spettatore del ritorno alla quotidianità di chi, investito

nuovamente dai pensieri, ha lasciato la sala prima della fine di Spinning Globe di Kenshi Yonezu.
How do you live? è dunque una risposta: alto valore in un mondo in cui eccedono domande, e ringrazierò per sempre il maestro Miyazaki per ogni volta che ha temporaneamente fermato il flusso di pensieri di chi la sofferenza la accetta.
Perché How do you live? è infine anche questo: l’accettazione che, talvolta, una risposta non esiste. E va bene così.

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