SPECCHIO
Uno specchio levante mi collega
al peregrinare statico dei tuoi lineamenti,
mirare la bocca che al chiaro di corda diffonde
dallo specchio un bacio, mi eccito,
ci uniamo come un falco che veglia sul popolo
sguainando i compiti
di uno specchio infuso.
Stasera meno corse, uno scatto,
un’estate oltre i pori della pelle,
da giorni coppie di numeri identici
-nel risveglio nei punteggi nei bagni-
sollecitano la postazione,
l’itinerario degli occhi beve nel dorso della notte,
ma due moribondi
allieteranno il sorso bollente.
Le proprietà di un brezza in ogni carattere
sventagliato.
PIEDE
Siate violenti,
ammanettate le bocche, corrompete l’aria,
riempite le tasche, svuotate i laghi,
non toccatevi, non sfioratevi, sputate,
accettate un unico sole: quello che autentica le banconote,
etichettate i sospetti, trangugiate le immagini,
giudicate gli altri, ricalcate voi stessi,
ah, mi raccomando,
siate la lama che trancia ogni parola.
So cosa pensate:
[ora smentisce tutto, ora si volta e ribalta parola dopo parola].
No, il dito non è esente
come l’ingranaggio non è vitale per la direzione,
ma dopo una storta, il dolore si connette al corpo
e solo con la riabilitazione
ti accorgi del piede.
INVERSIONE
Dalla portineria di un albergo,
i passaporti simili a copertine
le pellicole ai medicinali,
insabbiano l’anno,
procedono come rughe negli strati asettici del corpo,
falsi astanti e spinte,
un sottile scrigno di vecchiaia
scopre l’avanzata che rigetta la scrittura,
se stesso, se fosse, sedentario,
semmai un verso potesse, suggerirei l’inversione.
Ciò che non sorge
scende nel profondo scambio,
alle porte dell’abisso
sento l’emisfero.