Questo messaggio è per te

L’editoriale di oggi sarà leggermente diverso: vorrei prendere spunto da una situazione che forse tutti stanno attraversando o che hanno attraversato nella loro vita, ovvero il temutissimo momento di nulla. Per momento di nulla intendo quello che oggi viene definito dai sociologi essere NEET (Not in Education, Employment or Training). La sua precisa definizione è “indicatore atto a individuare la quota di popolazione di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non è né occupata né inserita in un percorso di istruzione o di formazione”, ma per me non ha età. E sì, sono praticamente stime sulla disoccupazione. Non voglio affrontare il problema della dilagante disoccupazione italiana, di cui si è già discusso a lungo e sulla quale ci sono mille persone più competenti di me che potrebbero discuterne, ma vorrei lanciare un messaggio per coloro che si sentono in un momento di stallo.

A chi si sente frustrato perché svolge un lavoro che non lo/la soddisfa, a chi si sente di aver deluso sé stesso o qualcun altro perché non è riuscito a fare qualcosa, a chi si sente di aver dato il 100% finora e che non è stato ripagato a dovere, a chi non riesce ad orientarsi, a chi si sente insicuro/a, a chi vorrebbe solo chiudere tutto e dormire, a chi si sente dire da familiari e parenti che è “buono a nulla” perché non riesce a trovare un lavoro, a chi viene scoraggiato per le scelte che compie (che siano esse universitarie, relazionali o lavorative), a chi si sente dire che è debole perché va dallo psicologo (no, non lo sei), a chi si sente dire “ma dove vai con la laurea in ***, che stanno tutti disoccupati”… insomma, a chi si sente incapace di trovare il suo posto nel mondo.

Vorrei dire a te che ti sei ritrovato in una o più di queste categorie che stai dando il massimo. So che hai bisogno che qualcuno te lo dica e quel qualcuno voglio essere io. Non abbatterti, credi nella forza dei tuoi sogni, anche se vuol dire fare tanti sacrifici. Non hai una data di scadenza, non sei una mozzarella; quindi, non credere a chi ti dice che sei troppo vecchio/a per fare qualcosa. E se non ti stai muovendo nella direzione che ti suggerisce il tuo istinto solo perché hai paura delle conseguenze o dei sacrifici, ti dico alzati e prenditi quello che ti spetta. Non aver paura di chiedere ciò per cui hai lavorato tanto, che sia esso un aumento di stipendio o altro, non aver paura. Se ti senti bloccato/a dalla paura pensa a quanto potresti perdere se consentissi alla paura di vincere o di sopraffarti. Tu sai cosa vuoi, quindi chiedilo e prenditelo. Se hai paura dell’autorità pensa che anche il tuo capo o il tuo professore è umano e vulnerabile, e che non riderà di te, ma loderà il tuo coraggio. Se invece non sai cosa vuoi continua a cercarlo, continua a sperimentare e a indagarti. Non arriverà qualcuno che ti dirà cosa devi fare come un’epiphany joyciana, quindi devi trovarlo tu. Non esistono scuse, non esistono “è colpa di X se non ho quello che voglio”, perché se non lo hai è anche colpa tua. Sempre cosciente dei tuoi limiti, provaci fino alla fine, finché non avrai fatto tutto quello che si può fare per ottenerlo. Poi, se dovessi fallire, considera il fallimento come un tassello del successo e non come un gradino in meno per raggiungerlo. Riprova: cambia, reinventati e dai di nuovo il 100%.

Questa settimana noi dell’Incendiario vorremmo essere una valvola di sfogo: vi invitiamo a raccontarci le vostre esperienze al riguardo e a confrontarvi con noi e con gli altri della nostra community. Creiamo una rete che possa dare sostegno.

Vi presentiamo infine l’inedito di questa seconda settimana di novembre, a cura di Stefano Tarquini: l’autore ci lancia in medias res all’interno della vita apparentemente tranquilla di Spino, Micol e Di Carlo, concludendo con un finale pieno di suspense.

Gloria Fiorentini per L’Incendiario

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