Recentemente mi sono ritrovata in una situazione che mai avrei pensato di sperimentare: da studentessa diligente sono diventata professoressa rompiscatole. Mi è quindi capitato (o meglio, l’ho fatto capitare io) di parlare del tema delle discriminazioni durante l’ora di educazione civica, alla cui spiegazione è seguito un dibattito maieutico durante il quale le idee uscite dalle menti di tanti giovani adolescenti mi hanno stupita.
Se da una parte si è ben visto il retroterra culturale familiare e il peso che queste hanno nello sviluppo dei pensieri delle ragazze e dei ragazzi, dall’altra la mia domanda «secondo voi si può insegnare a non discriminare» ha sollevato dicotomie insormontabili.
Il periodo storico che stiamo vivendo non può non farci riflettere sulle discriminazioni, e subito la mente torna al secondo conflitto mondiale, subito dopo il quale l’Assemblea delle Nazioni Unite ha iniziato il primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani con queste parole:
TUTTI GLI ESSERI UMANI NASCONO LIBERI ED EGUALI IN DIGNITà E DIRITTI. ESSI SONO DOTATI DI RAGIONE E COSCIENZA E devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza».
Proprio l’idea di costituzione non può non farci pensare alla nostra, a quella italiana, e farci riflettere sul nostro paese. Chiedo quindi a voi che leggete l’Incendiario di pensare alla nostra nazione, di pensare all’Articolo 3 della Costituzione italiana, e di pensare se il nostro sia un paese scevro di discriminazioni. Ci ho riflettuto anch’io e la risposta non è così banale, soprattutto in un momento storico in cui essere nati in Italia e non in qualche altro paese europeo ci sembra una grande fortuna. Mentre ragionate su questa domanda e pensate a quanti tipi di discriminazioni esistono, a quanti ne avete subiti, a quanti se ne potrebbero evitare, vi lascio il codice, il testo su cui ragionare, nel quale troverete diversi link che possono influenzare la vostra risposta.
«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».
Ora torniamo alla scuola: pensate a quanto sia prezioso questo micromondo e a quanto possa fare la differenza, e riflettete sul ruolo che gli insegnanti, a volte tanto maltrattati, hanno per il futuro di queste giovani menti che aspettano solo di essere alimentate dalla giusta sorgente.
Presentiamo ora gli articoli della settimana: una nuova autrice, Katia Silvaroli, ci regala un approfondimento su Natalia Ginzburg, figura emblematica del Novecento. Ci sarà una grande sorpresa per i nostri lettori e le nostre lettrici: l’idea di poesia spesso non ha a che fare con un chi, e l’autore sceglie a volte di nascondersi per far risaltare solo le parole stesse. È il caso di una nuova proposta editoriale che ci è giunta, enigmatica come un’epistola senza mittente, di Callima.co, penna misteriosa e affascinante.
Gloria Fiorentini