Io Incendio: Prima lezione di grammatica

Io Incendio: In ricordo di Luca Serianni, Prima lezione di grammatica

Caro lettore, cara lettrice,

Ho conosciuto Luca Serianni nel 2016. Ho visto, invece, Luca Serianni nel 2020.

Ho sempre creato una distinzione tra la conoscenza e la visione: siamo tutti conoscenti, crediamo, ogni volta, di avere quelle scontate informazioni basilari, che permettono di definire una persona. Luca Serianni era il mio professore di Storia della lingua italiana, niente di più, un corso da seguire, senza che io ne capissi lo spessore, il valore di essere l’alunno di un grande maestro della lingua italiana, come lui. Ho seguito quel corso distratto dalla prima euforia universitaria, dalla sperimentata libertà di un fuori sede, dalla grandezza e dalle possibilità di Roma, dalla mia cecità, che mi impediva di vedere le sue lezioni sul Paradiso di Dante Alighieri. Gli occhi mi crollavano ogni volta, e invece di ascoltare attentamente, riempivo la mia mente con la nebbia del pensiero: “Necessito di un caffè”.

Settembre 2017, mese in cui si recuperano gli esami che si sono lasciati indietro durante la sessione estiva. Io avevo il suo, avevo studiato il minimo e indispensabile, dopo aver passato un’estate discutibile. Il professore mi fa accomodare, e riempie un bicchiere d’acqua davanti a sé. Io, in imbarazzo: “Grazie mille, professore, ma ho già la mia bottiglietta nel caso”, ma mi sorride, rispondendomi “In realtà è per me”. Capisco la mia grandissima gaffe, penso di essermi giocato l’esame senza neanche aver iniziato, abbasso la testa e gli ripeto, all’infinito “Mi scusi”; ma mi tranquillizzo, sto già facendo perdere troppo tempo, e inizia l’esame. Il professore decide di iniziare da uno dei libri, La lingua italiana. Profilo storico (Il Mulino, 2002) di Claudio Marazzini, un manuale che ripercorre la storia della lingua italiana dalle origini all’oggi. Il professore mi chiede “Mi parli del Notturno di Gabriele D’Annunzio”. Annuisco, sono preparato, aveva già fatto la stessa domanda a un mio amico mesi prima. “Gabriele D’Annunzio nel Notturno dice…”. “Sta parlando adesso?” mi interrompe. Non capisco, “Come scusi?” gli chiedo con fare ansiogeno. “D’Annunzio sta parlando adesso?” mi incalza. Io, con voce spezzata: “No…”. “Allora non mi deve rispondere con D’Annunzio dice. Mi deve rispondere con D’Annunzio ha scritto. Al massimo con D’Annunzio scrive”. Capisco finalmente il mio errore, riacquisto fiducia e ricomincio le mie ordinarie cantilene, che mi avrebbero poi fatto prendere un voto modesto “Nel Notturno D’Annunzio ha scritto…”.

Quel D’Annunzio ha scritto è stato la mia prima vera lezione di Grammatica del maestro della lingua italiana Luca Serianni. Ha aperto uno spiraglio nella mia cecità, mi ha fatto capire, in quel breve frangente, ciò che è fondamentale nel rispetto della nostra lingua: la cura. La lingua italiana possiede, infatti, le possibilità fonetiche, sintattiche, lessicali e semantiche che permettono di comunicare informazioni in modo corretto e coerente: ma abbiamo rubini linguistici colpiti dai raggi del sole e ci accontentiamo della fogna. La cura, però, per la lingua del maestro Luca Serianni ha insegnato a me, e a generazioni e generazioni di giovani studenti, che è necessario stropicciarsi gli occhi da quegli strati di fogna per poterli finalmente aprire, e per vedere poi i rubini, e vedere, nella sua completezza, la lingua italiana.

Luca Serianni, Prima lezione di grammatica, Laterza, 2006.

Sono riuscito a vedere totalmente Luca Serianni solamente nel 2020. Ritorniamo all’incipit, caro lettore e cara lettrice: ho sempre creato una distinzione tra la conoscenza e la visione. Si vedono, realmente, le persone solamente quando si va oltre, quando si legge negli spazi bianchi di una pagina, quando attraversi le acque fognarie per poter raggiungere gli orizzonti rubini. Durante la mia magistrale, dovevo portare per un altro esame un saggio di Luca Serianni: Prima lezione di grammatica (Laterza, 2006). Un piccolo manuale che aiuta a districarsi nella nostra grammatica, nell’insieme complesso di regole che ne governano i sistemi fonologici, morfosintattici e lessicali. Un saggio godibile, da leggere in pochi giorni, di cui consiglio la lettura a tutti, a te, cara lettrice o caro lettore, a prescindere dalla tua dimestichezza o meno con i testi universitari riguardanti la grammatica italiana. Te lo consiglio per farti vedere il genio di Luca Serianni, per vedere il maestro negli spazi bianchi di questo libro: ha un tale controllo e una tale conoscenza della lingua italiana, da rendere il nostro complesso sistema linguistico semplice e immediato, alla portata di tutti. È la sua più grande lezione che ho fatto mia: non si diventa grandi maestri se si utilizza un linguaggio oscuro e ostile, se si creano intrecci troppo difficili da districare; le lezioni dei grandi maestri sono utili, ai propri studenti, ai tanti uditori, all’estraneo cui sembrava improbabile fare lezione.

La ringrazio, pertanto, professore Luca Serianni, per essere stato un grande maestro, dei Suoi alunni e di tutti. E che questo ringraziamento non sia un capitolo conclusivo, perché, e La cito da Prima lezione di grammatica:

Una “prima lezione” non può terminare con un capitolo conclusivo, visto che implica per definizione la continuazione del discorso.

Editoriale di Antonello Costa. Per leggere altri Editoriali Io Incendio di Antonello Costa: CLICCA QUI

Se sei interessato, puoi acquistare Prima lezione di grammatica (Laterza, 2006) del maestro LUCA SERIANNI nelle apposite librerie, su AMAZON o su IBS.

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