Valerio Lundini e I Vazzanikki hanno fatto tappa il 25 agosto a Itri, Basso Lazio, provincia di Latina, per il loro tour Il primo tour dopo il drammatico scioglimento, tour che si concluderà il 17 settembre a Seregno (MB, Lombardia, per tutte le informazioni Clicca qui). Grazie all’aiuto degli organizzatori, il locale Latteria di Itri, sono riuscito a braccare il comico, conduttore e autore televisivo Valerio Lundini, conosciuto per il programma televisivo della seconda serata di Rai 2 Una pezza di Lundini.
Antonello Costa: Piacere Valerio, Antonello Costa dell’Incendiario.
Valerio Lundini: Antonello Costa…come il comico.
AC: Sì…sì, come lui. Ed è un problema, perché su google esce prima lui tra i risultati.
VL: Infatti, ci sta prima lui. Fai un altro paio di articoli e lo superi.
AC: Sei qui a Itri e tra le pagine dell’Incendiario con I Vazzanikki e per rompere subito il ghiaccio, per la prima domanda, voglio citare uno dei programmi più famosi dell’odierna notte di Rai 2 che sicuramente conoscerai benissimo… Che belva ti senti? Soprattutto che belva vi sentite voi, I Vazzanikki?
VL: Ci sentiamo…dei puma, delle tigri, degli animali feroci ma al contempo suadenti.
AC: Io ne avevo pensata un’altra: le nuove aquile di Ligonchio.
VL: Perché c’è il gioco di parole con Iva Zanicchi. Però già c’è il nome, poi sembra davvero un’imitazione.

AC: Per quanto riguarda invece la vostra I Vazzanikki, in una precedente dichiarazione hai definito i vostri concerti “anticoncerti”.
VL: No, no, non li ho mai definiti così. Li ho definiti così?
AC: Sì, sulla Repubblica.
VL: Può darsi erano cose che ha detto il giornalista. Non lo so, non è un’espressione mia, ma può darsi. Alla fine sono dei concerti intervallati da cazzeggio inter nos, tra noi e il pubblico. A differenza degli spettacoli che faccio da solo, questo è il gruppo con cui giro da più di dodici anni e, quindi, anziché fare le prove in sala noi veniamo a fare concerti, così veniamo pagati e miglioriamo. Sono dei concerti con improvvisazione, spesso le canzoni ce le siamo inventate sul palco. Adesso, in questi giorni, stiamo facendo questa sorta di minitour, per la prima volta, poi, perché abbiamo sempre suonato nel Lazio. Forse sì, sì…Itri è nel Lazio.
AC: Nel Lazio effettivamente, basso Lazio.
VL: Effettivamente questo è il Lazio. Anche Latina già c’eravamo venuti. Però, apparte oggi che siamo nel Lazio, stiamo facendo anche delle date in altre città, cosa che per noi è nuova. Abbiamo quasi sempre suonato in questa regione dove ci troviamo adesso, ma oggi grazie al grandissimo successo televisivo ci siamo permessi pure di fare una Padova, una Verona, un Bari.
AC: Vi siete allargati, possiamo dire. Vi siete divertiti?
VL: Divertente, divertente, perché porti in città nuove cose che fai da un sacco di tempo, e per loro sono nuove perché giustamente lì non le abbiamo mai fatte.
AC: Hai pubblicato poi, nel 2021, la tua raccolta Era meglio il libro (2021, Rizzoli Lizord). Perché era meglio il libro?
VL: Guarda, il solito problema con i titoli. I titoli vanno messi, sono molto difficili da scegliere. Era il titolo che, in realtà, avevo messo nel file word su cui scrivevo i vari racconti. Racconti vecchi e nuovi, sistemati in questo file. Lo avevo mandato agli editori della casa editrice Rizzoli Lizzard, come titolo avevo messo Provvisorio Era meglio il libro. Poi, quel titolo che era provvisorio è diventando il titolo ufficiale. Ne sto scrivendo un altro, che devo consegnare a breve, e anche in questo caso c’era un titolo provvisorio ma, stavolta, ho fatto in modo che il titolo provvisorio non sarebbe diventato quello ufficiale.
AC: Lo hai cambiato questa volta.
VL: Sì, sì, c’è un altro titolo. Meno bello sia di quello vecchio che di quello provvisorio Era meglio il libro, ma almeno è un titolo.

AC: Dentro Era meglio il libro sono presenti racconti, memorie autobiografiche (quella in cui racconti, per esempio, di essere stato per un periodo indeterminato e indefinito capo della Rai), poesie, teatro, sexting addirittura. Puoi definire questa tua raccolta camaleontica?
VL: Alcuni di questi scritti sono stati pubblicati su alcune riviste in passato, tipo Linus. Altri sono stati scritti ex novo per il libro e altri erano delle idee che avevo in testa che avrei voluto mettere sotto altri formati, quali video o musicali, poi, invece, funzionavano bene sotto forma di racconti e così li ho tenuti. Più che camaleontica è tutto quello che girava nella mia mente e che non mi andava di rendere qualcosa di diverso dalla semplice forma del racconto scritto. È andata così, ma ne sono abbastanza soddisfatto.
AC: Per far capire un po’ ai nostri lettori cosa aspettarsi dal tuo Era meglio il libro, ho scelto due strofe di una delle tue poesie: A me me piac u sol / ma tu iesc pazz pe e stell. Leggo la parte finale…
VL: No, no, mi imbarazza, perché è una mia citazione. No, sentire una cosa mia mi imbarazza, saltala, saltala, non leggere la parte finale.
AC: La salto e ti piacerebbe trasformare queste tue poesie napoletane in canzoni romantiche neomelodiche da fare a cazzeggio con I Vazzanikki, anche stasera?
VL: No, stasera no. Ne abbiamo una che parla di una ragazza napoletana, che si chiama Nunzia, una canzone che un po’ napoletana…è in italo-napoletano, come il That’s amore è in italo-americano, la nostra Nunzia è in italo-napoletano. Parla di questo rapporto conflittuale tra un uomo del nord e una ragazza che parla napoletano. Questo è il massimo del partenopeo cui ci siamo spinti con la band.
AC: In futuro ci saranno più occasioni di neomelodico?
VL: È auspicabile, speriamo preponderante.
AC: Arrivati alla fine, ti faccio l’ultima domanda che facciamo a tutti i nostri intervistati: secondo te, quale testo è da leggere oggi, che sia romanzo, testo in prosa, o anche testi di critica? Cosa tu consigli di leggere a un giovane ragazzo?
VL: Quello che vuole. Dipende dai gusti, dipende da come è il testo, da cosa contiene. Io leggo, purtroppo, poco perché sono molto lento, e quindi perdo tempo, e, infatti, tendo a leggere racconti perché si esauriscono in un tempo breve, però chiaramente ci sono libri bellissimi, anche nella prosa più lunga, di centinaia e centinaia di pagine. Se uno ha la forza di volontà, l’interesse, la curiosità e il tempo, soprattutto, ben vengano i grandi romanzi.
AC: Ti ringrazio, davvero tanto, per questa chiacchierata. Un saluto e un ringraziamento aggiuntivo da parte dei nostri lettori dell’Incendiario.
Intervista curata da Antonello Costa
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