Le disavventure di una trentenne imbranata (Paguro edizioni, 2022) di Alessia Volpe – Recensione

Cari lettori, bentornati su L’ Incendiario che ringrazio per avermi dato la possibilità di leggere un libro inedito di una nascente scrittrice italiana: Alessia Volpe. L’autrice si racconta in questo primo libro romanzando la sua storia, come lei stessa afferma, di giovane trentenne imbranata. Ho avuto modo di conoscere tramite i social l’Alessia scrittrice e il suo lavoro, a cui dedica tutta la sua serietà, che la porta a spostarsi frequentemente in Giordania, Gerusalemme, le sue molteplici case. La scrittrice sceglie di presentarsi in queste vesti al pubblico dei lettori senza nascondere però la sua peculiare caratteristica: ha trent’anni ed è imbranata. È un personaggio che inciampa nei meeting delle Nazioni Unite, che cade dalle scale e sbatte su porte di vetro trasparenti, e per fortuna, oserei dire, sono con lei i suoi amici più intimi e sinceri sempre pronti a documentare ogni sua disavventura. Ridiamo con loro grazie alla grande autoironia della protagonista che rende tutto più comico. È una risata coinvolgente per il lettore che, per un attimo, abbandona la sua quotidianità ed entra in quella di questi giovani italiani a Gerusalemme. Ho particolarmente apprezzato il focus che Volpe pone sulla città, luogo di ambientazione del romanzo, realtà mai facile anche e soprattutto per una giovane donna occidentale. Ho compreso le sue difficoltà e talvolta le sue paure nell’aver compiuto un “passo falso” in una cultura decisamente più rigida dell’italiana, ma che rispetta profondamente. La sua è una storia che ad una prima lettura può essere erroneamente definita come scontata, in realtà nasconde in sé non poche riflessioni. Le relazioni che Alessia intesse, di amicizia o di amore, credo siano il vero filo rosso del romanzo, inserite in una bella quotidianità non priva di paure e incertezze, le stesse che provano in tanti della nostra generazione, che talvolta preferirebbero non raggiungere mai i trent’anni, simbolo del passaggio definitivo all’età adulta. Per la protagonista però la paura non è tanto quella di non essere realizzata nel lavoro o nella sua indipendenza, quanto una paura più intrinseca e che inconsciamente affligge forse un po’ tutti, cioè quella di giungere ai trent’anni soli. Alessia è vicina a me, a te caro lettore, più di quanto possiamo immaginare. La stessa narrazione però è vivace e sognante, Alessia non rinuncia al suo lato infantile, se lo tiene stretto, talvolta vi si aggrappa per risolvere questioni sentimentali dimostrando che la paura, in questo caso di un traguardo, non può ingabbiare. Apparteniamo sempre a noi stessi qualsiasi sia l’età, le relazioni che intratteniamo e i nostri ruoli in società. La scrittrice, anche se in una narrazione disimpegnata e senza troppe pretese, sente l’esigenza di restituirci il suo quotidiano divertente, imbranato, fatto di relazioni salde e altre nuove. È la quotidianità che si fa romanzo con tutti i suoi pregi e difetti. Alessia scrittrice è senza veli e anche quando avrebbe potuto presentarsi come una perfetta giovane donna in carriera, preferisce la sua verità molto più simile a una Bridget Jones, che per me, giovane lettrice, funziona benissimo. È un romanzo che rovescia volontariamente la “retorica del perfetto” a cui siamo fin troppo abituati, annulla la distanza tra scrittrice e lettore e posso confermare che personalmente ad un personaggio perfetto ho sempre preferito quello reale.

Recensione di Gaia Gaveglia

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...