23 anni, Sabrina Efionay, il suo primo romanzo per Einaudi edito in aprile 2022, Addio, a domani. La mia incredibile storia vera. Ho conosciuto Sabrina Efionay domenica 8 gennaio, ho assistito a una presentazione del suo romanzo, organizzata dai gruppi adulti dell’Azione Cattolica di Formia, per il percorso culturale “Fatti di voce”. Sono stato rapito dalle sue parole, dalla sua storia, dal suo passato e presente scritto e descritto in Addio a domani: è una storia di una bambina che ha due madri, una madre biologica nigeriana, una madre affidataria italiana; è una storia di resilienza, di chi sopporta silenziosamente le piccole e le grandi discriminazioni, di un razzismo italiano che serpeggia tra i piccoli e, purtroppo, tra i grandi; è la storia di Sabrina Efionay, che prende la penna e dice a se stessa: basta, ora racconto io la mia storia, la storia del mio nome. Sono felicissimo, pertanto di aver intervistato l’autrice al termine dell’evento (puoi recuperalo Cliccando qui).
Ti do il benvenuto Sabrina qui su L’Incendiario. Dopo la presentazione di Addio, a domani, ci hai fatto ragionare sull’importanza e sul potere delle parole. Voglio chiederti, quindi, quanto può essere importante e potente una parola, che sia questa scritta, oppure detta o pronunciata?
La parola ha letteralmente la forza di poter raggiungere spazi che molto spesso il fisico o tutto ciò che è tangibile non riesce a raggiungere. Io credo che la parola, sia scritta che parlata, abbia una forza immensa, e saperla utilizzare nella maniera più giusta e possibile è la nostra grandissima responsabilità.
C’è un momento nella vita in cui abbiamo il tic, il momento in cui diciamo a noi stessi: “Oggi cambio, voglio cambiare la mia vita”. Scommetto che la parola sia stata il mezzo per te per cambiare la tua. Però mi chiedo: quale è stato il momento in cui hai deciso di cambiarla attraverso la parola e attraverso il romanzo?
È stato forse quando ero più piccola, quando da ragazzina frequentavo le scuole medie. Mi rendevo conto che ero troppo introversa, troppo timida, forse avevo tantissimo da dire, ma non capivo come dirlo. Scrivere e scrivere romanzi, sia di invenzione che di temi tanto reali e a me vicini, era stato, ed è tutt’oggi, il modo più funzionale per dire ciò che sentivo.
A proposito del romanzo, Addio, a domani, hai parlato, durante la presentazione, di questo come se fosse un figlio per te: ci hai messo nove mesi per scriverlo, è come se fosse stata una nascita. Voglio chiederti, quindi: quante volte tu, sei nata, nel senso, quante volte sei entrata in contatto con tua madre e con le tue madri?
Penso, per assurdo, di essere nata più volte, di aver conosciuto parti di me molto più intense durante quest’anno di presentazioni, quando ho incontrato altre madri, altri figli e altre storie tanto simili alle mie. Mi hanno ricordato non solo che non sono mai stata sola, ma che c’è qualcosa che ci unisce tutti quanti, che ha a che fare sia con il dolore, che può portare a vivere storie simili, ma allo stesso tempo con la forza di volerne sempre trarre del meglio.
Oltre a te, nel tuo romanzo autobiografico, ci sono altre madri, altre protagoniste. Vuoi parlarci un po’ di queste figure femminili, che sono presenti all’interno del romanzo, e della loro storia?
Involontariamente, Addio, a domani diventa una storia di donne: tra madri, zie e madame… C’è sempre la figura di una donna diversa, che al contempo io ho imparato a definire, soprattutto per quanto riguarda mia madre biologica Gladys, incredibilmente umana. Cerco sempre, quindi, di scrivere e di raccontare di una figura di una donna molto umana, sia negli propri errori che io ciò che la rende vera e leale e buona nei confronti degli altri. Per me, le donne più importanti del libro sono entrambe le mie madri, Gladys, quella nigeriana, e Antonietta, quella italiana. Ma al contempo sono importanti anche le mie zie, con le loro battute, le loro frasi di circostanza. E anche i nonni, con tutto ciò che fanno e riescono a fare, e infine tutte le amicizie che mi sono portata intorno. Per me, ogni singolo personaggio del libro è fondamentale ed eccezionale in tutto ciò che fa.
Durante la presentazione, hai parlato di personaggi che ti hanno fatto male, di adulti che sono stati bugiardi, ti hanno mentito, forse si sono mostrati inizialmente vicino a te, come per esempio i professori, però, in realtà, sono stati i primi a sottolineare una differenza, una distanza. Cosa ne pensi oggi, dopo questo percorso che hai fatto grazie alla pubblicazione del romanzo, di queste persone che ti hanno mentito e ti hanno fatto del male?
L’unico modo per potermi sentire sempre e totalmente libera è di andare avanti, nonostante tutto. Non so se ci sono persone che dovrei perdonare, ma sono sicuramente persone che fanno parte del mio passato, e nella loro cattiveria e nelle loro bugie mi hanno insegnato qualcosa. Forse la più grande palestra di vita è fatta proprio dagli errori degli altri.
Hai parlato di passato in questo momento, ma hai fatto una bellissima riflessione, durante la presentazione, sul presente. Che cos’è per te il presente?
Per me il presente è questo istante. Per me il presente è tutte le opportunità che posso abbracciare, tutto ciò che posso fare per poter raggiungere i miei obiettivi. So che, molto spesso, il futuro sa di bugia, come le bugie degli adulti, e non credo nel futuro: il futuro è troppo incerto, mentre il presente è costante, che mi fa sentire viva, che mi fa respirare ed è il mio più grande motore.
Voglio che tu ti rivolga a tutti i giovani: cosa consigli a un giovane d’oggi per vivere questo presente?
Consiglio di non aver paura. Di non aver paura mai. E nel momento, invece, in cui la paura è più forte, c’è e persiste, bisogna accoglierla, perché la paura è normale. Forse da ragazzina non mi hanno mai detto o insegnato questo: la paura è normale, ci fa sentire vivi, ma al tempo stesso va combattuta. E quando non abbiamo paura, ricordiamoci che lì dove non arriva il merito, c’è la consapevolezza di volere qualcosa.
Ringrazio Sabrina Efionay per la sua presentazione e per questa chiacchierata, vi ricordo che potete trovare Addio, a domani (Einaudi, 2022) in libreria, su Amazon o su IBS.
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