Il bagno

Racconti oltre i Margini: Il bagno

• Il mio corpo mi piaceva, quasi sempre. Poi sono morta. Allora ha iniziato a marcire.

Elena fece cascare la testa all’indietro, la girò a destra e a sinistra, la riportò in avanti con il mento su petto e premette il palmo della mano sul collo.

“Ah”

Stirò la schiena e continuò a tendersi finché non sentì un colpo secco della spina dorsale. Finalmente si guardò allo specchio. Pizzicò con i polpastrelli le borse gonfie sotto agli occhi, poi schiaffeggiò appena le guance. Gli occhi parvero rianimarsi per un istante, poi tornarono chiusi, lasciando una lieve fessura a far passare la luce.

“Pronta?”

Da uno dei bagni di servizio uscì una ragazza dal viso luminoso. Rivolse a Elena un sorriso smagliante. L’altra rispose dopo qualche secondo, con un cenno della mano.

“Sì, arrivo”

Le due si avviarono per il corridoio dell’autogrill, facendo ticchettare gli stiletti sul pavimento sporco.

“Sei riuscita ad andare in bagno?”

“No…”

“E ci credo! Era sporchissimo, che indecenza”

“No, non è per quello, io cago dappertutto”

“E allora cosa? Non avevi lo stimolo?”

“Se mi lasci parlare…”

L’amica afferrò con i denti il cappotto e frugò nella borsa.

“Trovate!”

Poco distante, i fari di una macchina nera e lucida lampeggiarono. Elena si sedette lentamente sul sedile del passeggero. Accanto a lei, l’altra ragazza si lanciò sul volante, mise in moto e accelerò istantaneamente.

“Ma sei impazzita?”

La voce di Elena uscì in un sussurro, poi sbarrò gli occhi spenti. L’amica scoppiò a ridere.

“E da quando hai paura della velocità, Ele?”

La macchina sfrecciò nell’autostrada deserta, rombando.

“Leviamo il tettuccio, ti va?”

“No Ali, per favore…”

“Ma che hai?”

“Puoi, per favore…”

Elena aprì la mano, mimando il gesto di andare piano. Alice scosse la testa.

“Col cazzo!”

La macchina continuò ad accelerare, accompagnata dalle risate fragorose di Alice.

“Mi devi dire che cazzo hai, che mi preoccupo Ele”

“Ali…”

Dal sedile di Elena si alzò un odore nauseabondo.

“Ma hai scoreggiato?”

Alice ululò dalle risate.

“Oddio non ci credo!”

Elena portò le mani alla pancia e aggrottò le sopracciglia. Aprì la bocca, in una smorfia di nausea e fastidio.

“Fermati”

“Maddai! Adesso non mi dire che ti caghi sotto!”

L’espressione di Alice mutò drasticamente.

“Ele, no! Diocane!”

Le flatulenze aumentarono di intensità e frequenza. Alice accese la lucina in alto, che illuminò la fronte pallida e imperlata di sudore dell’amica.

“Ele aspetta, mi fermo”

I fari deviarono, illuminando il garderail metallico, poi la macchina si bloccò ai lati della strada. Alice osservò impietrita Elena uscire barcollante e piazzarsi davanti ai fari dell’auto.

“Ele!”

La mascella crollò, mentre osservava l’amica calarsi i pantaloni e scendere sulle ginocchia. I piedi rimasero perfettamente bilanciati sui lunghi tacchi smaltati, mentre il volto assente guardava fisso davanti a sé. Dalle intimità scivolò rivolo di urina e, subito dopo, delle feci chiare.

“Elena, ti prego… ma cosa!”

Le dita di Elena, accessoriate da lunghe unghie curate, afferrarono dall’ano un lungo filamento pallido e lo tirarono via. Continuò a tirare finché non lo espulse del tutto. Dopodiché, la ragazza si alzò, indossò nuovamente gli slip e i pantaloni e tornò in macchina.

“Parti”

Il rumore della portiera riscosse Alice, che tornò a guardare l’amica.

“Cosa?”

“Parti, andiamo”

“Ok”

La ragazza girò il volante e ripartì, allontanando i fari dalla lunga tenia inerte al suolo.

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