Essere o non essere… Super? A Bat-Story: Filologia batmaniana
L’Uomo Pipistrello è l’unico supereroe che, attraversando nella sua vita editoriale tutte le stagioni del supereroismo (visto che picchia i criminali dal 1939), è stato protagonista di storie le quali, malgrado la loro differenza reciproca, parlano ancora oggi al medium del fumetto ispirando autori e persone comuni. Nel corso di sei puntate esploreremo la storia di Batman dalle origini al 2000, evidenziando non solo le opere maggiori ma anche come queste fossero figlie di atmosfere culturali diverse. Vedremo, infatti, come i loro autori hanno saputo dare vita a letture diverse del personaggio e del fumetto supereroistico in generale.
Siete pronti per cominciare?
Nell’ultima puntata abbiamo attraversato gli anni ’50 e ’60. Abbiamo visto come per l’Uomo Pipistrello questo periodo sia dominato da una parte dalla figura di Wertham, che ha obbligato il fumetto a prendere strade più caute e meno mature, e dall’altra da quella di Adam West, che con la sua serie televisiva ha diffuso una versione del Crociato Incappucciato (e del suo mondo) allegra e scherzosa. Ma adesso, con questa terza puntata, stiamo per entrare negli anni ’70: dimenticatevi tutto questo.
Quando si parla di questa decade in relazione al fumetto supereroistico, infatti, tutti sono concordi nel riconoscere un periodo di profonda maturazione: che è ancora più drastica se si pensa all’atmosfera degli anni precedenti. Forse, l’evento simbolo di questa maturazione – una vera e propria perdita dell’innocenza – è Amazing Spiderman 121, del 1973. In questo albo cade la persona più innocente che le pagine dei comics conoscessero: Gwen Stacy, la giovanissima, prima e indimenticabile fiamma di Peter Parker.
La morte di Gwen fu un pugno nello stomaco per i lettori: dimostrò che nel mondo colorato e sgargiante dei fumetti morivano anche gli innocenti. Come nel mondo nostro, seppur meno colorato e sgargiante. Gwen fu quindi una nuova Ifigenia, il cui sacrificio fu necessario al medium per salpare verso una stagione segnata da opere indimenticabili.

Ma per Batman cosa segna l’inizio degli anni Settanta? La serie TV con Adam West si era conclusa, e gli editor ne approfittarono per allontanare il Crociato Incappucciato da quel tipo di atmosfere. Una prima mossa fu quella di liberarsi di Robin: in Batman 217 del 1969 infatti, la giovane spalla di Batman, Dick Grayson, lascia la Batcaverna per andare a studiare al College. Un espediente narrativo semplice, che permette però adesso agli autori di concentrarsi solo su Batman.
Le personalità che però spostano decisamente l’Uomo Pipistrello verso tinte più mature sono Dennis O’ Neil (alle trame e ai testi) e Neil Adams (ai disegni). Partiamo da quest’ultimo: Adams si sbarazza del Batman degli anni ’50 per dare vita a un vero e proprio Cavaliere Oscuro. Un Batman molto più vicino a quello degli esordi: un mantello ampio e svolazzante, orecchie appuntite, espressione cupa. Anche O’Neil è convinto del forte potenziale che possedessero le storie delle origini di Batman. A quei racconti gialli, tuttavia, l’autore aggiunge due componenti: la sfera orrorifica e le atmosfere mistiche. Per la prima, si prenda ad esempio già il primo numero firmato dalla coppia, Detective Comics 395, Il segreto delle tombe: si capisce sin dal titolo che il vento è cambiato.
Relativamente alla sfera mistica, invece, è proprio a questi autori che si deve la creazione di uno degli antagonisti più famosi di Batman: Ra’s Al Ghul. Ra’s è il misterioso capo della Lega degli Assassini, un’associazione segreta con legami in tutto il mondo che ha lo scopo di purificare le città dal male, ricorrendo anche alla violenza e all’omicidio. Ra’s è tanto abile come guerriero che come detective: in più, grazie ai pozzi di Lazzaro, conosce il potere della resurrezione.

Il duo O’Neil-Adams, però, non si ferma qui. Questi autori si dedicarono anche a un recupero dello spirito originale degli antagonisti di Batman, soprattutto con Joker. La vendetta in cinque atti del Joker (Batman 251, 1973) è infatti riconosciuta come la storia in cui, dopo la parentesi goliardica degli anni Cinquanta e Sessanta, il re dei clown torna ad essere un maniaco omicida. In queste pagine, il pagliaccio folle architetta cinque omicidi, mentre Batman cercherà di ricostruire il suo piano nel tentativo di salvare le vittime una dopo l’altra.

Il meglio degli anni Settanta però (a parere di chi scrive) doveva ancora venire. Nel 1977 comincia, su Detective Comics 469, un ciclo di storie in dieci numeri firmato da Steve Englehart (ai testi e alle trame) e Marshall Rogers (ai disegni), in cui Batman affronta un cast particolare di antagonisti. Questo ciclo di storie è noto con il titolo Strane apparizioni.

Quello scrupolo quasi filologico nel recuperare i caratteri originari di Batman e della sua Gotham raggiungono, in questi 10 numeri, gli esiti più apprezzabili. Cominciamo con gli antagonisti: Englehart e Rogers recuperano il Dottor Hugo Strange (che debuttò negli anni ’40) e lo rendono un nemico in grado non solo di scoprire la vera identità di Batman, ma anche di tormentare i propri assassini dall’al di là. Altro antagonista che riceve una caratterizzazione fortemente realistica è Deadshot: sempre un recupero dagli anni passati del Cavaliere Oscuro. Prima, il cecchino più infallibile del mondo era solo un gentiluomo in smoking con un paio di pistole: adesso veste una tuta tecnologica, una maschera ed è dotato di diverse armi letali.

E come non parlare di Joker? Anche in questo ciclo il pagliaccio re del crimine riceve una delle storie più importanti per il suo sviluppo verso la modernità: Il pesce che ride (Detective Comics 475). Se O’Neil e Adams avevano restituito un Joker omicida, Englehart e Rogers lo rendono un pianificatore maniacale. In più, in questa storia le vittime di Joker ostentano un ghigno malefico a causa della tossina usata dal Clown: dettaglio importante, visto che era stato il primo modus operandi usato da Joker per uccidere in Batman 1 (1940).

Chiudo questa breve rassegna con un altro personaggio da non dimenticare: Silver St. Cloud, la nuova fiamma di Bruce Wayne. Englehart e Rogers incastrano infatti la vita privata di Bruce con il dovere del Crociato Incappucciato: ma la bella Silver – che arriva a intuire la vera identità dell’Uomo Pipistrello solamente vedendolo combattere – non sarà in grado di amare sia Bruce che Batman.
Negli anni Settanta, dunque, si assiste a un recupero delle tinte originali di Batman, sostenuto da uno studio delle sue prime apparizioni. Quella che adesso mancava era una rivoluzione nel modo stesso di raccontare a fumetti: nello stile dei dialoghi e delle didiascalie, nella disposizione delle vignette. Ma quella stava per arrivare, insieme ad autori tremendamente popolari come Frank Miller e Alan Moore. Non perdetevi la prossima puntata, La pioggia sul mio petto è un battesimo!
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