Io Incendio: Tutto chiede salvezza

Cara lettrice, caro lettore,

Leggo proprio ora che la fortunata serie netflexiana Tutto chiede salvezza, con protagonista l’attore Federico Cesari e con regista Francesco Bruni, ha trovato la promozione a un seconda stagione. Una serie che ha per soggetto il libro omonimo di Daniele Mencarelli, in cui viene raccontato una settimana di ricovero al SPDC dopo un TSO di un giovane ragazzo. Il nome dell’autore sembra girarmi attorno, in questo periodo, sperando in un futuro incontro o in un’intervista: Daniele Mencarelli è stato, infatti, ospite in data 2 aprile, la Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo, al Castello di Minturno, città vicino Formia, per dialogare con L’Associazione LiberAutismo riguardo alla sua ultima pubblicazione, Fame d’aria, che mi spinge a scrivere l’editoriale: un romanzo reale, brutale, riguardante il rapporto tra un padre e un figlio affetto dal disturbo dello spettro autistico a basso funzionamento. Sono uscito dai miei preconcetti, dalla versione idealizzata che propongono costantemente i grandi media riguardo ai genitori di figli con problematiche: i genitori non sono più umani, diventano fantocci di loro stessi, imbalsamati supereroi, che affrontano costantemente la vita e le sue difficoltà con affettato ottimismo. Mencarelli è lo schiaffo, l’onda d’urto, la presa di coscienza, perché la vita ti stira, ti espande, ti affrange, ti arrende, è difficile; la vita di un bambino con disturbo dello spettro autistico e di un suo genitore lo è di più. Non c’è nessun idillio nel suo romanzo, non ci sono stereotipi nella vita di tutti i giorni: si è sommersi da una matassa di pietre, e alcune di queste sono più scure delle altre. C’è la pressione di essere costantemente attenti e responsabili nei confronti della vita di un altro essere umano; c’è la frustrazione di aver sperato per il proprio figlio e per se stessi un futuro radioso e diverso; c’è la disperazione, perché si perde la speranza nei confronti di uno Stato che a volte, o forse spesso, non fa abbastanza per sostenere le famiglie costrette ad affrontare tante e tante problematiche; c’è la rabbia nei confronti di estranei che non hanno la giusta consapevolezza, e di conseguenza l’aspettata sensibilità, nei confronti di particolari situazioni. E, a riguardo, ricordo una notizia di qualche mese fa in cui una mamma e un figlio sono quasi stati costretti a spostarsi dal tavolo di un ristorante di un hotel a San Martino di Castrozza, in quanto i famosi estranei, anch’essi commensali del ristorante, erano infastiditi della presenza del ragazzo affetto dalla Sindrome di Norrie, una sindrome che non gli permette di vedere e parlare: “Un hotel voleva farci spostare di tavolo perché mio figlio è disabile”, le parole della mamma. E l’insulto ai danni di questa famiglia mi riporta al romanzo, alla grande lezione che mi ha dato Mencarelli attraverso alla sua scrittura: mi ha insegnato a conoscere, mi ha fatto capire l’autismo nella sua realtà, nel complesso reale del rapporto tra genitori e figli, dei cambiamenti all’interno della coppia, dei giudizi e dei pregiudizi di un esterno reale saccente e pretenzioso, delle fasi di sviluppo e di crescita di un ragazzo con lo spettro autistico. La pagina trova l’ossigeno in Fame d’aria, si presenta senza le solite ipercostruzioni perbeniste, idee del reale abbellite con fiocchi e nastrini. E va, pertanto, a Daniele Mencarelli la mia più grande stima per aver aperto, in letteratura, questa tendenza di sfatare molti taboo, quali i disturbi mentali e le necessità della loro cura in Tutto chiede salvezza, e i disturbi dello spettro autistico in Fame d’aria.

Ragiono spesso, inoltre, sul significato di Tutto chiede salvezza, in particolar modo sulla poesia recitata magistralmente da Federico Cesari e presente all’interno del romanzo: 

Dall’alto,
dalla punta estrema dell’universo, passando per il cranio, e giù,
fino ai talloni,
alla velocità della luce, e oltre, attraverso ogni atomo di materia. 
Tutto mi chiede salvezza.
Per i vivi e i morti, salvezza…
Per i pazzi, di tutti i tempi, ingoiati dai manicomi della storia.

Quell’“attraverso ogni atomo di materia” e il “Tutto mi chiede salvezza” mi stimolano a interrogarmi: quali sono i mezzi, oggi, attraverso i quali si può chiedere salvezza? Stiamo davvero sfruttando tutto per ottenerla? E cos’è la salvezza?

Mi risponde sempre Mencarelli attraverso le sue opere: la salvezza è la conoscenza, è l’opposto della beata ignoranza. La conoscenza calpesta gli schemi di ciò che si ritiene normale, facendo vedere ciò che è lontano, e per quanto lontano non è sicuramente meno reale. Chi conosce empaticamente non si chiude nelle proprie gabbie dorate, non si dimentica di tutti i pazzi, di tutti coloro che affrontano problematiche legate alla salute che vengono ingoiate dai tempi e dalla storia; e la conoscenza va promossa, caro lettore e cara lettrice, attraverso tutto, attraverso i libri, attraverso i media, attraverso i social, le manifestazioni, anche le più piccole occasioni di confronto.

Il mio più grande ringraziamento, in quanto promotori di conoscenza e salvezza, va pertanto a tutti gli autori, artisti e associazioni citati in questo editoriale: Daniele Mencarelli e i suoi libri, per aver squarciato, con la sua penna, i veli, e aver aperto una finestra sul reale; l’Associazione LiberAutismo, composta da un “gruppo di volontari, senza fini di lucro, con l’intento di elaborare iniziative e progetti di solidarietà sociale, tra cui la creazione di una rete sociale di relazioni e di interventi per favorire la prevenzione e l’assistenza a favore di soggetti svantaggiati affetti da disturbi autistici e da patologie correlate, affinché sia garantito loro il diritto ad una vita libera e tutelata, il più indipendente possibile, nel rispetto della loro dignità e del principio delle pari opportunità”, come si legge dal loro sito internet; la regia e gli attori della serie di Tutto chiede salvezza; tutto il mondo della comunicazione, attivo nel portare conoscenza, che risponde alla richiesta di salvezza. E passo alle conclusioni di questo editoriale ricordando un altro progetto e un’altra iniziativa: una pagina Instagram, L’ignoranza multipla, gestita da Danilo Bazzano, che si impegna ogni domenica nel fare live attraverso il social, per parlare e confrontarsi con chi è affetto da sclerosi multipla. Il suo L’ignoranza multipla porta leggerezza, porta sollievo, partecipazione, conoscenza e pertanto salvezza, e ti saluto, caro lettore o cara lettrice, citando una pagina del suo libro pubblicato, Scleratation. IL LIBRO DELLE LIVE, il libro in cui sono state raccolte le chiacchierate le interviste fatte nelle live Instagram:

“La positività non è il fatto di vedere il bicchiere mezzo pieno sempre. La positività è vedere il bicchiere pieno a livello di consapevolezza, quindi avere la conoscenza anche delle terapie che vengono prescritte.
Lucia grazie alle varie dirette delle varie pagine Instagram ha imparato a conoscere meglio la patologia. 
Prendi quello che hai finché ce l’hai. Cerca di sorridere più che puoi perché è un momento; e un attimo rinunciato difficilmente tornerà più. È un’occasione per scoprire altre qualità che magari pensavi di non avere o comunque l’occasione per migliorarsi facendo diversamente e per riuscire comunque ad adattarsi ad una nuova situazione e vivere, non sopravvivere, con una percezione diversa di quella che sia tu ad essere sbagliato/a.
Ringrazio la voglia di ascoltare le storie degli altri di Lucia auspicando che le sia utile per il suo percorso.”

Editoriale a cura di Antonello Costa

E tu: hai una recensione, un articolo di critica, una poesia o un racconto inedito? Inviacelo tramite email: redazione.incendiario@gmail.com

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