Racconti oltre i Margini: La farmacia
- Le case persero i loro contorni, così le persone, anche gli amici più cari. In questa densa nebbia vidi una luce verde e, in alto, una croce che mi schiacciava forte, verso il suolo.
“Le dicevo…”
“Il mal di testa”
“Sì, esattamente, non mi dà pace, forse sto morendo”
“Non dica idiozie”
“Non le dico, sono spaventato, non riesco a liberarmene”
“Il massimo che posso darle è la solita pasticca”
“No, quella non mi fa nulla”
“Allora vada e cerchi di non pensare troppo”
“No, mi dia qualcosa, la prego”
“Un multivitaminico? Per farle recuperare le energie”
“Non ne ho bisogno”
“Per favore, la fila è lunga… devo servire altri clienti”
Tommaso sospirò profondamente. Gli occhi annebbiati si mossero, facendo vibrare le borse di carne che pendevano sotto le orbite. Le pupille si fissarono su un pacchetto di pillole giallo fluorescente, senza vederlo.
“Lei lo sa che questo posto è la sola cosa che mi rimane?”
“Come ha detto?”
“Lei è la mia speranza, scelga la medicina giusta, la prego”
“Esca di qui, per favore, e si faccia delle analisi”
“Sì, esca!”
Una voce si levò alta, infastidita, dal fondo della farmacia.
“Se ne vada! Non esiste solo lei al mondo”
Tommaso alzò il viso floscio verso la farmacista un’ultima volta, poi si voltò e uscì. Le case erano grige, fumose e intorno a lui le macchine scorrevano frusciando lievemente, invisibili ai suoi occhi. Serrò le palpebre, strizzandole forte, poi le riaprì, volgendo lo sguardo verso la città fantasma. Si girò nuovamente a guardare la farmacia: la croce verde troneggiava, nitida, nel cielo plumbeo. Tornò sui suoi passi. Avanzò lentamente, attraversando la strada silenziosa, poi crollò a terra portandosi le mani alla testa.
“Ah…!”
Picchiettò sulle meningi, con forza. Scoprì i denti candidi, in una smorfia di dolore. Poggiò il palmo destro a terra, mentre l’altro restò a cingere la fronte. Quando fu in piedi, si guardò intorno, sconvolto. Le poche tracce che erano rimaste della vita intorno a lui erano scomparse, lasciando una densa nebbia grigia a riempirne il vuoto.
“No, aiuto…”
Afferrandosi la testa iniziò a ruotare senza sosta, cercando con gli occhi la croce verde della farmacia. Sembrava essere scomparsa con il resto della città. Si fermò di colpo, dopo aver colpito una sagoma evanescente. Perplesso, iniziò a tastarla, riconoscendo le spalle e il capo, cosparso di lunghi capelli fluenti. Sentì delle lacrime salire, rendendolo completamente cieco.
“Ti prego…”
La sagoma si divincolò, cercando di sfuggire alla sua stretta.
“No, non andare…”
La figura si fermò, rivolgendogli uno sguardo di fumo.
“… ti prego, dammi una pasticca per il mal di testa”
di Roberta Sciuto
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