A Bat-Story: Alieni e nevrosi

ESSERE O NON ESSERE… SUPER? A BAT-STORY: ALIENI E NEVROSI

L’Uomo Pipistrello è l’unico supereroe che, attraversando nella sua vita editoriale tutte le stagioni del supereroismo (visto che picchia i criminali dal 1939), è stato protagonista di storie le quali, malgrado la loro differenza reciproca, parlano ancora oggi al medium del fumetto ispirando autori e persone comuni. Nel corso di sei puntate esploreremo la storia di Batman dalle origini al 2000, evidenziando non solo le opere maggiori ma anche come queste fossero figlie di atmosfere culturali diverse. Vedremo, infatti, come i loro autori hanno saputo dare vita a letture diverse del personaggio e del fumetto supereroistico in generale. Siete pronti per cominciare?

Nell’ultima puntata abbiamo analizzato le origini di Batman, approfondendo il carattere primigenio del personaggio e l’impatto che ha avuto tanto sull’immaginario collettivo quanto sul mondo del fumetto. Avevamo lasciato, negli anni Quaranta, una figura tormentata e violenta, dalla presenza quasi vampiresca: proprio per cercare di stemperare questa sua vena, gli editor decisero di affiancare al detective oscuro una spalla giovane e dal costume sgargiante. Ma l’arrivo di Robin non fu sufficiente a cambiare Batman, né a salvarlo dalla rivoluzione degli anni Cinquanta. Del resto, nessun supereroe fu in grado di resistere. Nel 1954 lo psicologo Fredric Wertham pubblicò La Seduzione dell’Innocente. In questo volume, lo studioso accusava tutti i fumetti di corrompere e deviare l’animo dei loro giovani lettori, corroborando modelli di comportamenti riprovevoli e non consoni alla morale civile. L’applicazione del ragionamento dello psicologo alla serie di Batman era il seguente: non solo il Cavaliere Oscuro offriva ai bambini esempi di condotta violenta, ma il suo stesso legame con Robin (un adulto e un bambino – Dick Grayson – che passano le loro giornate da soli nella villa Wayne) era accusato di adombrare rapporti omosessuali (se non addirittura pedofili).

Non fu solo Batman ad essere travolto dal ciclone Wertham, ma tutto il medium del fumetto (super e non). Per cercare di salvare il mercato fu approvato il Comics Code Authority, un ente a cui spettava di decidere quali dovessero essere i temi adatti per le storie a fumetti. Non è difficile immaginare che questa situazione fu però un duro colpo per l’industria del fumetto, e molte testate furono chiuse o portate sull’orlo della chiusura. In realtà, riguardo a questa crisi che toccava particolarmente i supereroi, c’è da considerare un altro agente. Il primo Supereroe, Superman, compare nel 1938, e Batman nel 1939: gli eroi a fumetti quindi esordiscono sul mercato statunitense per esorcizzare la paura di quello che, in quegli anni, stava succedendo in Europa. Il consumo del fumetto supereroistico era infatti fortemente legato al desiderio di vincere la paura della guerra, e molte storie vedevano anzi coinvolti gli stessi eroi in prima persona alle prese con i nazisti (nella copertina di Capitan America numero 1, del 1941, Steve Rogers sferra un gancio poderoso a Hitler). Ma quando la guerra finì, le vendite dei fumetti registrarono una sensibile decrescita: il mondo sembrò non avere più bisogno degli eroi. Wertham fu quindi un colpo duro, che però fu sferrato a un mercato già agonizzante.

Il Comics Code Authority imponeva quindi agli autori dell’Uomo Pipistrello di cambiare totalmente rotta nelle storie: niente più metropoli brulicanti di criminali, niente più assassini, niente più indagini. Niente quindi di tutto ciò che aveva sancito il successo di Batman. Anzi, nemmeno il suo tradizionale aspetto fu risparmiato: adesso il Cavaliere Oscuro veniva infatti disegnato con un taglio più rotondeggiante, e quasi sempre sorridente. Il restyling naturalmente interessò anche gli antagonisti dell’Uomo Pipistrello: nelle storie di questo periodo è raro incontrare i cattivi che tutti conosciamo, e quando questi fanno la loro comparsa restano personaggi con piani strampalati per conquistare il mondo e armi da circo.

Primo piano di Batman in un fumetto degli anni Quaranta

Primo piano di Batman in un fumetto degli anni Cinquanta

In conseguenza, le storie degli anni Cinquanta e Sessanta si caratterizzano per trame particolarmente eccentriche. Mentre alcune sono finite presto e giustamente nel dimenticatoio (come “Batman e il Mostro Arcobaleno”, in cui Batman e Robin affrontano un mostro degli stessi colori dell’arcobaleno e che per ogni colore aveva un potere diverso), altre storie hanno invece ancora il pregio di approfondire aspetti della psiche del personaggio e giocare con intuizioni abbastanza apprezzabili. Si pensi alla storia Robin morirà all’alba (Batman 156, 1963). L’albo si apre con un Batman errabondo sulla scabra superficie di un pianeta roccioso: dovrà affrontare mostri temibili e piante aliene per salvare Robin. Ma proprio quando tutto sembra perduto e la sua spalla è a un passo dalla morte, la storia cambia prospettiva. Siamo in realtà in una camera di osservazione blindata: dalla finestrella sulla porta, Robin e un dottore osservano preoccupati il Cavaliere Oscuro, e interrompono quella che si scopre essere solo una simulazione. A un Batman frastornato i due ricordano che era stato così coraggioso da offrirsi volontario per simulare gli effetti della solitudine sulle menti e sui corpi degli astronauti: Batman era rimasto infatti da solo per giorni in quella stanza, mentre i medici monitoravano i suoi parametri vitali. Nel resto della trama, il Crociato Incappucciato torna alla sua lotta al crimine, ma l’esperimento ha ormai lasciato una vera e propria nevrosi nel Cavaliere Oscuro, che nel mondo reale è colto da improvvisi attacchi di panico: sarà proprio grazie a Robin che Batman tornerà padrone di sé.

Copertina di Batman 156: da notare il logo del Comics Code Authority in alto a destra

Un’altra storia che si lascia apprezzare è quella del Batman di Zur-En-Arrh (Batman 113, 1958).  Durante un volo sul suo Batwing, Batman riceve una richiesta di soccorso e, avendo deciso di accettare, si ritrova magicamente catapultato su un altro pianeta: Zur-EnArrh, appunto. Qui incontra un uomo con uno strano costume di Batman rosso, giallo e viola. Questo Crociato Incappucciato varipinto gli rivela di essere il Batman di quel pianeta: adesso però ha bisogno dei poteri di Bruce per fronteggiare i cattivi. Sul pianeta Zurr-En-Arh infatti Bruce Wayne possiede la superforza e la capacità di volare: proprio grazie a questi poteri riesce ad aiutare la sua versione aliena, e a ritornare a casa una volta compiuta la missione.

È interessante considerare un ulteriore dettaglio. Nella puntata precedente abbiamo descritto un Batman antagonista delle forze dell’ordine: queste, infatti, non esitavano ad aprire il fuoco contro di lui. Negli anni ’50, però, queste sono situazioni non più tollerate nei fumetti. Ecco allora che Batman viene assorbito nel tessuto dello Stato: nel numero 168 di Detective Comics (1951, “L’uomo sotto il cappuccio rosso”) lo vediamo, per esempio, tenere lezioni di criminologia all’Università di Gotham (chissà come sarebbe stato andare a ricevimento nella Bat-caverna…).

Negli anni Sessanta il nuovo editor della DC, Julius Schwartz, tentò di portare Batman alle sue tinte originali. L’iniziativa però fu presto frenata: nel 1966 infatti arriva la celeberrima serie TV Batman con Adam West. Se l’apporto della serie resta indubbio nell’aumento della popolarità del personaggio, dando nuova linfa al mercato dei fumetti, è anche certo però che essa assesstò il colpo di grazia a ciò che rimaneva dei suoi caratteri originali. Per meglio vendere, infatti, le storie a fumetti furono fortemente ispirate alle scene della serie TV, in cui il mondo di Batman era pieno di personaggi variopinti, cattivi burloni e gadget bizzarri.

La serie TV durò fino al 1968. Gli anni Sessanta stavano per terminare e, con gli anni 70, stava cominciando per Batman (e non solo) una nuova era. Il nuovo decennio infatti segnerà un passo decisivo verso la futura maturazione del genere, e per Batman in particolare porterà un recupero filologico delle atmosfere e dei toni originari del personaggio e del suo mondo. Ma in che modo? Chi sono stati gli autori protagonisti e quali storie sono entrate di diritto nell’Olimpo dei bat-fumetti? Non perdetevi la prossima puntata di “A Bat Story”, intitolata Filologia Batmaniana!

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