Premio Strega 2022: Intervista a Marino Magliani, Autore di “Il cannocchiale del tenente Dumont” (L’orma editore, 2021)

Il cannocchiale del tenente Dumont è un romanzo di un frammento di storia, è il racconto di tre disertori il capitano Lemoine, il tenente Dumont e il soldato Urruti, persi in ambiente ligure, e del loro principale inseguitore, il Dottor Zomer. È l’incastro di punti di vista, aprendo uno scorcio su scenari di fine Settecento e inizio Ottocento, sull’Egitto, scenario della faticosa campagna napoleonica lenita dalla scoperta della nuova droga, l’hashish, sulla Liguria, territorio che diventa protagonista insieme alle diserzione. Il cannocchiale del tenente Dumont (L’orma editore, 2021) è il romanzo di Marino Magliani candidato al Premio Strega 2022, entrato nella dozzina. Marino Magliani è oggi qui con noi per parlarci del suo romanzo, e per continuare la nostra caccia allo Strega iniziata il mese scorso.

2022

Nome:
Marino.

Cognome:
Magliani.

Nome del personaggio della letteratura in cui ti identifichi:
Posso nominarne più di uno? Mi sento nelle vicinanze dei personaggi biamontiani, gli uomini, liguri, che popolano le sue storie, con la loro terra crollante, le loro vite intatte ma crollanti, il loro sole d’inverno e l’ombra d’estate, un desiderio di caldo e poi di fresco, come per tutto, e quel mare, con quell’attesa. Ma anche nei personaggi fenogliani, alla ricerca di una resa dei conti. O di una camminata in montagna.

Tre aggettivi per descrivere te come scrittore e tre aggettivi per descrivere il tuo romanzo candidato allo Strega, Il cannocchiale del tenente Dumont.
Sono solitario, malinconico, generoso. L’ultimo lo ammetto, non dovrei essere io a dirlo, ma perché non essere generosi con se stessi? Perché? Solitario perché anche se me ne sono andato presto da casa ho fatto in tempo a scoprire che la mia terra lo è, solitaria. Malinconico perché me ne sono andato via presto da casa. Generoso perché mi pare di ricordare che me lo chiedeva mia madre di provare a esserlo. Non sempre si ubbidisce alla madre.

Tre aggettivi per descrivere il tuo romanzo candidato allo Strega, Il cannocchiale del tenente Dumont:
Il romanzo è calmo, e nello stesso tempo è pieni di ritmi dettati dal paesaggio, ed è verticale. Dire perché è un po’ complicato ma ci proviamo. È troppo pieno di pause, di nascondigli, di attese, per non essere calmo, pieno appunto di attese. Il pericolo viene evidenziato dalle svolte, dai cambi di paesaggio, di luce, come se fosse l’esercizio a dettarne i cambi di ritmo.

Copertina di “Il cannocchiale del tenente Dumont” (L’orma editore, 2021) di Marino Magliani, romanzo candidato al Premio Strega 2022

Qual è il tuo Strega? A quale romanzo italiano avresti conferito il Premio Strega e perché?
Non ho uno Strega, naturalmente, non sono del resto un Amico della Domenica, non ha senso. Forse posso dire di un libro molto bello che sto leggendo: Elsa di Angela Bubba, che peraltro mi pare avesse partecipato.  È bello e ci sono dentro dialoghi perfetti. 

Per la seconda parte delle domande, vorrei concentrarmi sulla qualità camaleontica del tuo romanzo, del tuo fatto storico, la cronaca di una diserzione in epoca napoleonica, che ha inizio in Egitto nel 1979 e termina nel 1800 in Liguria. Quello che mi ha positivamente colpito nel tuo romanzo è il gioco dei punti di vista: più cannocchiali puntano il loro fuoco sulla Storia, più voci e scritture delineano la vita e i processi storici raccontati nel romanzo. Ti chiedo, quindi, per i nostri lettori: Quali sono davvero tutti i punti di vista del romanzo?
Il vero punto di vista del romanzo è quello in quota (si parlava di una verticalità di cui mi ero dimenticato di descrivere) e non dell’occhio nudo, il punto di vista della lente, da un certo punto in poi, venata. Il mondo visto da quella rottura. La diserzione, per farsi riportare dalla storia ai margini di essa, e da lì, finalmente, vedere il mondo e coltivarne la libertà. Volevo scrivere di un desiderio di pace, che sembra fin troppo un pretesto oggi.

Ai tuoi personaggi quale momento della storia preme raccontare?
A miei disertori, ma soprattutto al tenente Dumont, piace raccontare il lamento azzurro della sera. Dilatarla. Posare la testa sulla spalla della donna che ha trovato in montagna. Ed è anche il desiderio del dottor Zomer, che da tempo spia i disertori: quello di trovare una consolazione.

E tu come sei riuscito a entrare e muoverti in questi disertori?
Io sono un disertore.

Come ultima domanda, Marino Magliani, ti chiedo ciò che chiediamo a tutti gli intervistati al termine del dialogo: Quale testo ci consigli di leggere? Cosa è da leggere oggi?
Sudeste, di Haroldo Conti, che ho tradotto con Riccardo Ferrazzi. Un argentino, un professore di scuola, col culto della libertà, sequestrato, torturato, e ucciso dalla dittatura. Uno che scriveva.

Ringraziamo Marino Magliani per aver accettato di farsi ospitare da noi, mandadogli un grande augurio,
Antonello Costa

Per leggere l’intervista a Marco Amerighi, autore di Randagi, candidato al Premio Strega 2022: Clicca qui
Per leggere l’intervista a Fabio Bacà, autore di Nova, candidato al Premio Strega 2022: Clicca qui
Per leggere l’intervista ad Alessandra Carati, autrice di E poi saremo salvi, candidato al Premio Strega 2022Clicca qui
Per leggere l’intervista a Jana Karšaiová, autrice di Divorzio di velluto, candidato al Premio Strega 2022: Clicca qui
Per maggiori informazioni su Il cannocchiale del tenente Dumont  e per la casa editrice L’orma editore: Clicca qui
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