Premio Strega 2022: Intervista a Fabio Bacà, Autore di “Nova” (Adelphi, 2021)

Quanta violenza latente nasconde un essere umano? Quanta violenza teorica invade, con i suoi vessilli, i nostri cervelli? Cosa succede quando questa violenza teorica diventa atto, diventa pratica? Siamo davvero consapevoli delle conseguenze, siamo davvero a conoscenza del prezzo della Violenza? La rete cerebrale di queste domande viene districata nel romanzo di Fabio Bacà, Nova (Adelphi, 2021), romanzo candidato, nella dozzina, al Premio Strega 2022. L’autore è qui con noi, tra le nostre pagine dell’Incendiario, per continuare la nostra caccia allo Strega, per provare a intervistare e a conoscere tutti gli autori di candidati al Premio Strega 2022.

Ti accolgo tra queste pagine, Fabio Bacà, e ti annuncio che questa intervista sarà diversa, divisa in due parti: una prima parte presenta domande che ho fatto anche ai tuoi compagni e colleghi, una seconda parte consterà invece di domande relative al tuo romanzo, per entrare all’interno delle sinapsi narrative di Nova, richiamando con sinapsi il lavoro da neurochirurgo di Davide, uno dei tuoi personaggi principali. Partiamo con la prima parte dell’intervista e ti chiedo:

Nome:
Fabio.

Cognome:
Bacà.

Nome del personaggio della letteratura in cui ti identifichi: 
Bé, questa è facile perché lo dico da sempre: in decenni di letture sono dozzine i personaggi meravigliosi che hanno colpito il mio immaginario, ma nessuno ha mai raggiunto lo zenith di Johnny Smith, protagonista del quinto, magnifico romanzo di Stephen King, La zona morta, che qualcuno definì “una stupenda elegia della giovinezza perduta”. Johnny è il miglior eroe-suo-malgrado che la letteratura del re dell’horror abbia mai concepito, un personaggio dalla statura morale swiftiana. A ciò che gli accade – un evento tragicamente banale come un incidente stradale, cui segue un lunghissimo coma dal quale si risveglia dotato di uno strano potere – tenta dapprima di opporsi con la forza disperata dell’uomo comune, ma poi sceglierà di abbandonarsi al destino che gli riserverà l’amaro privilegio del definitivo sacrificio.

Tre aggettivi per descrivere te come scrittore.
Sono scrupoloso, perché mi piace curare i dettagli: credo che ogni pagina abbia uguale dignità all’interno di un romanzo, e che la mia attenzione, il mio ingegno, il mio potere di conferire senso estetico e significatività a un testo scritto debbano essere equamente ripartiti tra ogni capitolo, paragrafo, frase, parola segno di interpunzione e spazio bianco. Sono coraggioso, perché non mi piace restare a lungo nella mia comfort zone e amo pensare che tra i miei prossimi libri potrebbe persino esserci un saggio di zootecnia (ma più probabilmente no). Sono originale perché … be’, perché lo dicono un po’ tutti, e chi sono io per oppormi alla massa?    

Tre aggettivi per descrivere il tuo romanzo candidato allo Strega, Nova.
Nova è atemporale, perché nonostante i recenti tentativi di inserirne le tematiche nelle terribili congiunture delle ultime settimane, la violenza e il suo precipitato di dilemmi morali appartengono a ogni singolo frame della storia dell’uomo. È ingannevole, perché un po’ insospettabilmente ci sono più morti nel mio primo romanzo (che passa per essere lieve e divertente) che in questo, dove potenzialmente potrebbe persino non essercene nessuno. È rompiballe, perché ogni tanto ti costringe a fermarti per controllare su Google se “chiliastico” o “apofenico” significano proprio ciò che sembrano provando a desumerlo dal resto della frase. Fidatevi di voi stessi: novantanove volte su cento è così.

Copertina di “Nova” (Adelphi, 2021) di Fabio Bacà, romanzo candidato al Premio Strega 2022

Infine qual è il tuo Strega? A quale romanzo italiano avresti conferito il Premio Strega e perché?
A un non-romanzo recentissimo che mi ha sbalordito: L’arte di legare le persone, di Paolo Milone. Sostengo sia tale perché non ha i canoni stilistici del classico romanzo (sembra più un poema in versi liberi), ma vi assicuro che è un gioiello di rara sensibilità letteraria e lirismo e sottile humor e merita tutta l’attenzione di un lettore che non si fa spaventare dalle forme inusuali (tipo il sottoscritto, che però ha perseverato e ha fatto benissimo).

Passiamo alla seconda parte dell’intervista, una seconda parte esclusiva. Voglio concentrarmi su uno dei nuclei/neuroni centrali del tuo romanzo, ovvero la violenza, tema annunciato fin dal prologo. Ti chiedo pertanto: Che cos’è per te la violenza? Come si evolve il concerto di violenza nel romanzo? E che rapporto hanno i personaggi principali di Nova con questa?
La violenza è un istinto ineludibile. Esiste. Non possiamo ignorarla. È dentro ognuno di noi. Persino un bambino è in grado di esercitarla a partire dal momento in cui prende pieno possesso della motilità elementare dei suoi arti superiori e inferiori. In Nova, il dramma esplode quando la violenza teorica (e apparentemente tollerabile, quasi legittimata in una società conflittuale e antagonistica come quella in cui viviamo) diventa reale tra le mani di individui che non hanno le risorse necessarie a predirne ogni possibile conseguenza. Davide, Barbara, Tommaso, Diego, Giovanni e Massimo pagheranno – tutti, nessuno escluso – il prezzo della violenza. Che questo prezzo sia direttamente imputabile alle proprie scelte, o a quelle altrui, è correlato a quella quota di ingiustizia (o di caos, o magari di disegno divino inconoscibile) che tocca tutti noi. 

Come ultima domanda ti pongo il quesito che poniamo a tutti i nostri intervistati dell’Incendiario: Quale testo secondo te è fondamentale leggere oggi? Quale testo consiglieresti ai nostri lettori?
Sicuramente L’informazione di Martin Amis, che non a caso Guia Soncini, in un bell’articolo su Linkiesta dedicato all’uscita della seconda (e presumo definitiva) autobiografia del grandissimo scrittore inglese, definisce “uno dei più spettacolari romanzi del Novecento”. Se un lettore ignaro di cosa parlo volesse scoprire a quali vette di eleganza, acume, humor, funambolismo lessicale e sagacia stilistica può ascendere un romanziere, be’, non deve far altro che leggere questo libro. Sotto molti punti di vista, letteralmente inarrivabile.  

Ringraziando Fabio Bacà per questo dialogo, e salutandolo con un buona fortuna, Antonello Costa

Per leggere l’intervista a Marco Amerighi, autore di Randagi, candidato al Premio Strega 2022: Clicca qui
Per leggere l’intervista ad Alessandra Carati, autrice di E poi saremo salvi, candidato al Premio Strega 2022: Clicca qui
Per leggere l’intervista a Marino Magliani, autore di Il cannocchiale del tenente Dumont, candidato al Premio Strega 2022: Clicca qui
Per leggere l’intervista a Jana Karšaiová, autrice di Divorzio di velluto, candidato al Premio Strega 2022: Clicca qui
Per maggiori informazioni su Nova e per la casa editrice Adelphi: Clicca qui
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